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Pasqua di Sangue

La pasqua si avvicina, l’8 aprile nelle tavole preparate a festa degli italiani, un macabro rituale si svolgerà nuovamente come “tradizione” vuole.

Con la più cieca crudeltà milioni di agnellini cominciano già ad essere strappati alle proprie madri; nati da poco, vengono venduti, assassinati, sezionati, squartati e mercificati con quel necrofiliaco piacere che è tipico delle persone che accettano senza un solo dubbio questa crudeltà.

Vorremmo porre una domanda a chi partecipà a questa strage: non riuscite proprio a capire che significa rapire e trucidare un figlio ad una madre? Guardate una pecora e guardate il suo agnellino, poi guardatevi dentro e riflettete se sia giusto che in un giorno che per voi è di festa (pure religiosa) si debba compiere un tale abominio per saziare il vostro appetito. Pensateci. Le alternative sono molte, e se la vostra sensibilità verrà tirata in ballo in questo giorno, riportate lo stesso ragionamento ad ogni giorno dell’anno e non sarete più complici di quello che viene definito l’olocausto animale. Pensate all’eleminazione della carne dalla vostra dieta e pensate anche all’eliminazione di ogni prodotto che derivi dallo sfruttamento di un animale, pensate al veganismo!

 

Molti di voi in questi giorni mossi da compassionevole bontà umana vedranno agnellini in giro per tutta l’italia e andranno dal pastore a chiedere che fine faranno, se verranno venduti o se verranno tenuti per incrementare il gregge, la maggior parte delle volte la risposta vi farà capire che quel bellissimo animale verrà assassinato entro pochi giorni e quella e in una paranoia di coscienza sarete portati al pensare se acquistarlo voi, prima che qualcuno lo acquisti per macellarlo, e conseguentemente tenerlo a casa con voi o trovargli un adozione sicura. L’intento è buono, ma il risultato no. Alimenterete comunque il mercato degli assassini e quell’agnello che avete salvato ne porterà immediatamente un altro ad essere macellato e porterà, a lungo termine, ad un incremento nella produzione di agnellini da parte del pastore che ve l’ha venduto. Comperare un animale, significa accettare che quell’animale è un oggetto e vi garantiamo che oggetti non sono. Gli animali vanno salvati, liberati, ma mai comperati.

(Paolo)

 

 

 

 

NON COMPRARE GLI ANIMALI : comprare animali (che essi siano i classici animali denominati tristemente “da affezione”: cani, gatti, ecc a differenza dei cosiddetti animali “da reddito”: mucche, polli, maiali, pecore, capre ecc ecc..) li pone in un sistema di sfruttamento determinato che con i tuoi soldi alimenti. Come non compreresti un cane o un gatto in un tristissimo negozio di animali nella stessa maniera e per la stessa logica ti invito a non comprare animali ( da reddito) a pasqua o in altri giorni dell’anno per salvarli dal macello. Cosi’ facendo ne salvi uno ma fortifichi il sistema per cui il contadino li alleva! Non dico non SALVARLI ! ti sto dicendo NON COMPRARLi !

(miriam)

capiamo benissimo che ogni vita ha un valore inestimabile ed unico, e che bisogna valutare caso per caso, e che è difficile non scegliere di comprare una creatura che puoi salvare solo così, ma mettersi davnti ai mecelli a comprare agnelli a Pasqua od andare direttamente dagli allevatori a comprarli, non è uno strumento di lotta adeguato. I rifugi sono subissati da richieste nel periodo di Pasqua per agnelli comprati, mentre ogni giorno bisogna lottare per salvare gli animali che escono dauesta logica e per fermare questo mercimonio di vite. Aiutateci piuttosto a salvare le 150 pecore di Arezzo, che nessuno vende ma e che non saranno sostituite da altre schiave. Vi prego, ricordatevi che per gli animali da macello ogni giorno è Pasqua e che i rifugi sono al collasso. Prima di comprare un animale pensate bene a quello che fate, se non esiste un’altra via e dove lo metterete.

( egon )

 

Attualmente all’ippoasi sono rifugiati 5 ovini, tutti maschi. Di questi, solo Peter ( nella foto) è stato adottato a distanza, dalla stessa persona che lo ha salvato. Gli altri, il piccolo Lorenzo, i maestosi montoni Mau, Guille e Ste, aspettano ancora qualcuno che gli aiuti. Se non puoi dare la casa ad un agnello, adotta a distanza le pecore salvate dai rifugi. Il prezzo dell’adozione per una pecora va dai 25 euro ai 50 euro al mese. Tutte le info per le adozioni a distanza e per sapere quali sono gli animali che ancora la cercano sono sul sito del’Ippoasi www.ippoasi.org. Grazie!

 

 

questo è Peter, il montoncino arrivato all’Ippoasi l’estate scorsa.

E questo è Lorenzo, salvato ( non comprato) dalla pasqua…

 

 

Posted in animali, antispecismo, riflessioni, veganismo.


PERCHE’ VEGAN ?

Inanzitutto due parole su cosa significhi il termine VEGAN;
Il termine veganismo indica una dieta e uno stile di vita che esclude l’uso di prodotti di origine animale come cibo e per qualsiasi altro scopo.
Chi sceglie questo stile di vita (denominati vegani o, con prestito dalla lingua inglese, vegan e non veganiani come qualche esimio professorucolo va blaterando in trasmissioni poco attente, non veniamo mica da un altro pianeta!) non mangia carne e pesce, come i vegetariani, ma in piu’ evita inoltre di consumare latte, latticini, uova e derivati, nonché si rifiuta di acquistare e usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto e\o indiretto di animali.

Le principali motivazioni che spingono a questa filosofia di vita sono l’impegno a favore della causa dei diritti animali e motivazioni etiche correlate come l’antispecismo, ma sono anche frequentemente citate ragioni di ordine politico, ambientalista, salutista, spirituale. Di particolare rilevanza per la scelta vegana è spesso la condanna delle pratiche legate all’allevamento industriale e alla sperimentazione sugli animali.

NO alla CARNE.
Il mercato della carne e’ una delle principali cause dello sfruttamento e della sofferenza animale. E’ il mondo occidentale industrializzato il maggiore consumatore di carne, e questo perché nel corso del nostro secolo alimentarsi in tal modo e’ diventato simbolo di benessere e di robusta salute. In verita’, cibarsi con la carne e’ per la salute umana molto deleterio, come dimostrano numerosissimi studi, ma questo moderno mito e’ veramente difficile da abbattere, non fosse altro che per la consuetudine del consumo di carne, che porta all’incapacita’ di concepire diete differenti che la escludano. Ma le ragioni per dire basta a questo “stile di vita” sono molteplici.
Ma le approfondiremo in seguito.

 

 

NO al LATTE:
Il latte è un sottoprodotto della carne. Per produrre il latte una mucca deve essere ingravidata e come succede nella realtà anche quella della fattoria felice,  i vitellini per questo prima o poi faranno una brutta fine, vengono uccisi o trasformati in carne anch’essi, perchè nessuno neanche il contadino potrebbe permettersi di tenere tutti i figli delle mucche anno per anno.
Ma approfondiamo: Le mucche “da latte” sono selezionate geneticamente ed inseminate artificialmente per produrre quanto più latte possibile. Dall’età di circa due anni, trascorrono in gravidanza nove mesi ogni anno. Poco dopo la nascita, i vitelli sono strappati alle madri, perché non ne bevano il latte, e rinchiusi in piccoli recinti.

Portare via il vitellino dalla madre crea un’enorme sofferenza e angoscia in entrambi. Racconta John Avizienus della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals inglese, di una mucca che, separata a forza dal figlio, si fermava davanti al posto in cui l’aveva visto per l’ultima volta, e muggiva per ore e ore, piena di disperazione e tristezza. Allo stesso modo soffrono i cuccioli, che non possono stare vicino alla madre, non possono correre e giocare coi loro simili, non ricevono quell’affetto che a un cucciolo è necessario più dell’aria che respira.

I vitelli vengono poi alimentati con una dieta inadeguata apposta per renderli anemici e far sì che la loro carne sia bianca e tenera (come piace ai consumatori) e infine sono mandati al macello.

La mucca verrà quindi munta per mesi, durante i quali sarà costretta a produrre una quantità di latte pari a 10 volte l’ammontare di quello che sarebbe stato necessario  in natura, per nutrire il vitello.  Non sorprende che ogni anno un terzo delle mucche sfruttate nei caseifici soffra di mastite (una dolorosa infiammazione delle mammelle).

Per aumentare la produzione di latte, la mucca è alimentata con proteine molto concentrate, ma spesso neppure queste sono sufficienti, tanto da provocare lacerazione dei tessuti per soddisfare la continua richiesta di latte (in Inghilterra hanno coniato un termine per definire questa pratica: “milking off the cow’s back”, ossia mungitura del posteriore della mucca). Ciò provoca una condizione chiamata acidosi, che può rendere zoppo l’animale e ciò accade ogni anno al 25% delle mucche sfruttate per la produzione di latte, anche in Italia avviene lo stesso.

Il prof. John Webster, autore del libro “Il benessere animale. Uno sguardo verso il paradiso”, spiega che il dolore che sentono questi poveri animali è come quello che si prova se ci si chiudono le dita dei piedi in una porta e poi si cerca di camminare.

Dopo cinque o sei anni di questa vita, ormai esausta e sfruttata al massimo, la mucca verrà macellata. La durata della sua vita, in natura, sarebbe stata di circa 20 anni.
… e come muoiono nella realtà

http://youtu.be/Ekuneol7E8g

 

 

I bovini sono animali tranquilli e fiduciosi,  al macello no,  se si tende la mano per toccarli si scostano terrorizzati.  Stanno aspettando la morte,  hanno visto i loro fratelli morire prima di loro.  Arrivato il suo turno di morire, l’animale viene sospinto verso una specie di piccolissimo recinto, dove deve avvenire lo stordimento. Il macellaio gli appoggia sulla testa una specie di pistola cilindrica, spara. L’animale stramazza. Viene agganciato per una zampa, posteriore, e sollevato da terra. Un animale enorme, tutto il suo peso che strazia quella zampa, esile in confronto al corpo poderoso… quanto reggerà? Si spezzerà? Davvero non sente nulla? Come si fa a saperlo?

Dai filmati girati nei macelli si vede che a volte gli animali appesi a una zampa scalciano e cercano di scappare, o comunque cercano di muoversi. Sentono il dolore, sono ancora coscienti.

Arriva un altro macellaio con un lungo coltello, e taglia di netto la gola. Il sangue inizia a sgorgare. Lasciano scorrere il sangue per un po’, poi iniziano a fare a pezzi l’animale, gli staccano del tutto la testa, gli tolgono la pelle, lo fanno a pezzi con le seghe elettriche. E poi, tutto in frigo. E’ così che la bistecca arriva in negozio.

http://laverabestia.org/play.php?vid=2204

NO alle UOVA

Etica – ogni uovo significa 24 ore di tortura per la gallina e 1 pulcino maschio nel tritacarne; no anche alle uova biologiche che salvano sì la gallina, ma non di certo il pulcino –

http://laverabestia.org/play.php?vid=4892

Salute – ogni singolo uovo apporta 5 volte tanto il COLESTEROLO contenuto anche nei formaggi più grassi e 1 pollo su 5 e 1 uovo su 10 contengono tracce di farmaci ancora più dannosi che portano al cancro. Le uova poi sono ad altissimo rischio salmonellosi –

La differenza tra un uovo fecondato ed uno non fecondato sta esclusivamente nel patrimonio genetico, quindi si può affermare che l’uovo è il potenziale embrione del pollo che è carne solida formatasi da uno stato liquido.  La biologia non sa definire quando inizia la vita di un nuovo essere, quindi l’uovo è carne liquida e chi mangia l’uovo partecipa all’uccisione dell’animale, alla sua manipolazione.

Chi consuma uova di gallina, anche se queste sono cosiddette ruspanti o da allevamenti biologici, non evita l’uccisione dei pulcini maschi: è necessario essere consapevoli che, allo stesso modo del latte di mucca (in cui la mucca per produrre latte deve far nascere i vitellini i quali se sono maschi vengono uccisi e se sono femmine destinate a produrre latte fino alla sfinimento), per avere una gallina ovaiola causiamo inevitabilmente l’uccisione di una moltitudine di pulcini o di polli. Cioè come l’uso del latte causa indirettamente l’uccisione dei vitelli così l’uso delle uova causa indirettamente l’uccisione dei pulcini e dei polli.

Molte persone sono allergiche alle uova che impegnano enormemente il fegato. Infatti è noto che per verificare la funzionalità del fegato si fanno ingerire due tuorli d’uovo insieme. Il prof. Marcello Ticca, dell’Istituto Nazionale della Nutrizione, richiama l’attenzione sui particolari fenomeni allergici provocati dalle uova, a carico della pelle, dell’apparato respiratorio e di quello gastrointestinale. Sembra infatti che un terzo di tutte le allergie dei bambini sia dovuta all’uso delle uova.

 

NO PESCE

I pesci hanno un sistema nervoso complesso e, come gli altri animali, provano paura e sofferenza. Qualunque sia la modalità di cattura, la morte dei pesci avviene sempre per soffocamento, dopo un’agonia lunga e terribile che non viene tenuta in alcuna considerazione. L’amo, oltre che un forte dolore, provoca spesso danni irreversibili e morte, anche nei casi in cui il pesce venga rigettato in acqua. Quindi le teorie secondo cui i pesci non soffrirebbero perchè bucati nella cartilagine sono delle teorie di fantasia di chi evidentemente non ha mai prvato a  farsi un piercing  (la differenza è che io lo scelgo di farmi un buco nella pelle o nella cartilagine, un pesce no! sta per i fatti suoi a farsi la sua vita e arrivi tu pescatore della domenica a sforacchiarlo qua e la – ripetutamente – e riggettarlo in acqua!)

Inoltre le reti da pesca sono la trappola e la fine anche per tartarughe marine, uccelli, delfini e animali di ogni genere.

I pesci d’allevamento sono spesso reclusi in condizioni inaccettabili, tanto che una notevole percentuale degli animali allevati muore per malattie ed epidemie.

 

No all’ allevamento biologico

Come in tutte le fattorie, grandi e piccole, anche in quelle biologiche gli animali sono sfruttati e uccisi. Per la loro carne, per il latte e le uova. Anche se spesso godono di condizioni di vita migliori, le galline ovaiole vengono uccise quando non sono più produttive e così pure i polli maschi, come conseguenza del processo di produzione delle uova.

Stesso discorso per il latte:
i vitelli e le mucche “a fine carriera” sono inevitabilmente mandati al macello. Sarebbe impensabile mantenere in vita tutti i maschi improduttivi, nati solo per avviare la produzione di latte, che sfrutterebbero il suolo per tutta la loro vita, con dei costi di mantenimento inaccettabili.

Quando il destino degli animali rimane la macellazione, parlare di amore e rispetto è solo una contraddizione ipocrita e crudele.

questa che vedete nella foto è una mastite vera, non è opera di photoshop, non  c’è nessun ritocco, ma del resto credo che per chi ha un minimo di coscienza su cio’ che gli accade intorno, non sia una gran scoperta che le mucche da latte abbiano di questi dolorosissimi “inconvenienti” !

 

Altra assurda teoria di chi continua a negare la sofferenza animale pur di imporre la sua volontà su altre creature è la cosiddetta  preoccupazione per i vegetali e la loro sofferenza.

E’ evidente che chi afferma una cosa del genere lo fa giusto per fare una battuta perchè se lo credesse davvero sarebbe il primo ad aver smesso di consumare esseri viventi con un sistema nervoso molto piu’ complesso di quelllo delle piante; tanto per capirci le piante sono degli esseri viventi nel senso che reagiscono ad alcuni stimoli come la luce i suoni, ma non percepiscono ( a differenza degli animali e della specie umana) dolore, angoscia, paura ecc ecc…insomma non patiscono come gli animali e noi, avete mai visto un vivisettore ( mi vengono i brividi solo a scrivere questa parola “vivisettore” ..chi seziona la vita! ) utilizzare nei suoi agghiaccianti esperimenti una pianta?

La Dott.ssa Luciana Baroni, neurologa ed esperta in nutrizione umana risponde cosi a questa domanda. “Le piante sono comunque degli organismi viventi e le amiamo tutti. Se davvero una persona tiene alle piante, che non soffrano, che non venga fatto loro del male, a maggior ragione dovrebbe diventare vegetariano”. Perché? Luciana risponde: “Perché diventando vegetariano il sacrificio di piante sarebbe molto molto inferiore… Per produrre un chilo di carne occorrono circa 15 chili di piante. Se si consumassero prevalentemente vegetali, intanto ci sarebbe cibo per tutti, molte meno zone del pianeta sarebbero destinate a coltivazione, ci sarebbe molto meno effetto serra, avremmo probabilmente molta più acqua, la temperatura del pianeta sarebbe probabilmente più bassa. E soprattutto ci sarebbe molto meno inquinamento dovuto ai carburanti, fertilizzanti, pesticidi, ecc. utilizzati”…

 

 

 

 

 

 

Ci sono molti modi per alimentarsi in maniera sana, varia e soddisfacente sia al livello nutritizionale che al livello visivo.  Molti gli alimenti che la natura ci mette a disposizione e reperibilissimi in ogni mercato ( anche se farsi l’orto è la soluzione migliore , per chi puo’!)  Vi invito a guardare questo video e scoprire quanti piatti e pietanze succulente offre la natura ( e la “cucina vegan”, che altro non è che la cucina semplice di una volta per lo piu’!).

Gustatevi il video ( che non ho fatto io ) tralasciando sul sottofondo musicale ehe heehhe …( disabilitate l’audio :p )

 

 

 

se leggendo questo articolo hai pensato che queste sono tutte sciocchezze di chi non ha di meglio da fare ( ad esempio che esistono altri problemi al mondo, come la fame nei paesi poveri , prima di tutto pensa che invece tutti i problemi che ci sono derivano esattamente da questo nostro atteggiamento di dominio verso le altre creature) oppure credi che queste sono solo “mode” passeggere….Ti dico allora in tutta onestà che non riesci ad essere seren* ed obiettiv* nel tuo giudizio: e come potresti esserlo? Chi si trova a dover difendere un privilegio – nella forma di un guadagno, di un’abitudine, o del semplice piacere di una fetta di prosciutto– non può veramente essere libero, e spesso inganna anche se stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Posted in antispecismo.


Siamo Tutti Animali

 

Due giorni alla “ex caserma del fante okkupata” di livorno all’insegna
dell’ecoanimalismo. Pranzi, cene e merende esclusivamente vegan,
proiezioni contro lo sfruttamento animale, buona musica, e mercatino.
Le due giornate si svilupperanno dal pomeriggio di sabato 3 marzo alla sera
di domenica 4.
Effettueremo svariati workshop, che spazieranno dall’autoproduzione di
tofu e seitan all’orticoltura sinergica, parleremo di sfruttamento e
liberazione animale, sessimo e razzismo.
Nello spazio esterno verrà organizzato un mercatino dove sarebbe bello
barattare oggetti cercando di escludere la moneta (dunque siete tutti
invitati a portare quello che volete barattare). Sabato sera, offriremo una
cena vegan gratuita ai pervenuti, grazie al recupero di cibo in esubero nei
mercati e nei supermercati, per dimostrare il grande spreco che questa
società del consumo perpetra in continuazione.

http://excasermaoccupata.wordpress.com/

Programma:

SABATO 3 marzo

Ore 12:30
Laboratorio di cucina consapevole Con Nicole Provenzali di RicetteVegan
“AUTOPRODUZIONE A TAVOLA: COME IMPIASTRICCIARE LA CUCINA ED ESSERNE FELICI!”
Autoprodurre significa rendersi nuovamente protagonisti delle nostre scelte e preferire ciò che davvero ci serve. Anche in cucina!!!
Impariamo ad allontanarci dalla fretta e dalla poca consapevolezza a cui siamo assuefatti: con qualche accorgimento, ed un po’ d’esperienza, ne guadagneremo in qualità, salute, ecologia e.. pecunia!

Ore 13:00
distribuzione panini vegan a prezzi popolari

Ore 14:00
LABORATORIO DI AUTOPRODUZIONE COSMETICI NATURALI
A cura di Edera, artigiana del sapone ed erborista
Riappropriamoci della nostra capacità di fare!
Impariamo insieme a realizzare un deodorante, un dentifricio, uno struccante viso e una crema al cioccolato.
Risparmiando e divertendoci
Faremo DAVVERO qualcosa per il Pianeta e le creature che lo abitano.”

 

Ore 16:00
Workshop il perfetto veg*no, breve guida sana e consapevole all’alimentazione etica con Stefano Momentè, fondatore di Vegan Italia e autore di vari libri tra cui Solo Crudo, Il vegan in cucina e Il veganismo. Una scelta di vita per gli animali, la salute e l’ambiente.

Ore 17:00
Dibattito Nemesi Animale sulla storia del movimento di liberazione animale in Italia, delle campagne e dei vari modi di fare
attivismo, con proiezione di documentari.
http://www.nemesianimale.net/

Ore 20:30
Cena food not bombs
cucineremo una certa quantità di cibo recuperato gratuitamente ispirandoci al movimento FOOD NOT BOMBS ( www.foodnotbombs.net ) e assieme alla zuppa daremo un volantino per spiegare il motivo che spinge noi a regalare il cibo, in controtendenza rispetto a quello che viene fatto dalla società del consumo

dalle 21:30

La Ciurma (combat folk da pisa)

Stato Brado (folk’n’country da livorno)

DJ set musica trash

DOMENICA 4 marzo:

ore 10.30
colazione vegan a prezzi popolari

ore 11.00
Workshop su ‘L’Antispecismo’ a cura di Damiano Gori (Rappresentante www.laverabestia.org)

ore 14.30
presentazione del Rifugio per EX-animali “da reddito” Ippoasi di Marina di Pisa

ore 15.30
Workshop ‘Discriminazione.Specismo-razzismo-sessismo’ a cura di Damiano Gori e Alba di Domenico. (www.laverabestia.org)

 

ore 17.30
presentazione software libero (open source) e linux a cura di PcDonato

gruppi musicali

banchetti e associazioni:

C.a.v.i.a pisa associazione http://www.caviapisa.org/cavia/

Ippoasi rifugio animali http://www.ippoasi.org/

Edera (saponi artigianali) http://www.facebook.com/EderaSoapCandles?sk=wall

Viverevegan rappresentata da Maurizio Porpora

Chiaralascura http://chiaralascura.it/

Vegan come Koala (nuova paninoteca Pisa) http://www.vegancomekoala.it/

A Mano LìberA – libelli creativi per bambini e non http://edizioniamanolibera.blogspot.com/

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Riflessione 1

Vorrei tremendamente avere la capacità di quell’introspezione che solamente a pochi riesce e con essa vorrei cambiare almeno il mio di mondo, ma la patetica realtà vuole ridurre tutte le nostre azioni al gioco del potere, complici inconsapevoli di un sistema che ci schiavizza, lo riaffermiamo giorno dopo giorno, anche con le piccole azioni controvento e con i grandi ideali rivoluzionari. Sembra tutto effimero, non esiste nulla di concreto se non lo stato canceroso di questo strano mondo da noi creato a nostra immagine e somiglianza. Sporca razza. Stupratrice, assassina, ladra ed infame, l’umanità distrugge tutto quello che tocca nell’attesa dell’autodistruzione. Il rispetto per il tutto sembra essere inesistente e quando viene dichiarato è sempre inconsistente. Fissazioni, manie e ragioni di vita sembrano avere la meglio su quello che veramente siamo, i dolori altrui alimentano la nostra convinzione di essere buoni e ci rendono convenzionali anche nel nostro dissenso. Siamo rotelline del motore, facciamo anche noi girare questa immensa macchina, anche nel rifiuto più totale. Gli apparati del dominante sono in ogni prodotto che consumiamo e anche nel resto. Tutto va verso il monopolio del denaro anche le molecole, ogni scoperta scientifica viene usata contro noi stessi e l’idiozia impera nella società. Dall’asilo alla pensione, passando per una scuola deprimente, un università indottrinante, un lavoro alienante che ci fa perdere totalmente di vista la nostra voglia di vivere ed una fine in malattia che ci elimina prima del meritato riposo. Siamo una razza strana, la peggiore, l’uomo bianco europeo caucasico domina il mondo con la sua società di morte e potere, con la guerra, l’omicidio e la sopraffazione, inventa armamenti sempre nuovi e pian piano porta la popolazione mondiale ad un uniformazione di pensiero che vuole solo annullare l’individualità ed i sogni di ognuno di noi. La nostra voglia di vivere deve fare i conti con questa realtà catastrofica e spesso preferiamo far finta di niente e non pensare, ma come si fa a non pensare, come si fa a non sognare una vita migliore, come si fa a non volere ardentemente che tutto cambi e la partecipazione diventi effettiva distruggendo questo mostro tecnomercantile ?

Posted in riflessioni.




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