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Pasqua di Sangue

La pasqua si avvicina, l’8 aprile nelle tavole preparate a festa degli italiani, un macabro rituale si svolgerà nuovamente come “tradizione” vuole.

Con la più cieca crudeltà milioni di agnellini cominciano già ad essere strappati alle proprie madri; nati da poco, vengono venduti, assassinati, sezionati, squartati e mercificati con quel necrofiliaco piacere che è tipico delle persone che accettano senza un solo dubbio questa crudeltà.

Vorremmo porre una domanda a chi partecipà a questa strage: non riuscite proprio a capire che significa rapire e trucidare un figlio ad una madre? Guardate una pecora e guardate il suo agnellino, poi guardatevi dentro e riflettete se sia giusto che in un giorno che per voi è di festa (pure religiosa) si debba compiere un tale abominio per saziare il vostro appetito. Pensateci. Le alternative sono molte, e se la vostra sensibilità verrà tirata in ballo in questo giorno, riportate lo stesso ragionamento ad ogni giorno dell’anno e non sarete più complici di quello che viene definito l’olocausto animale. Pensate all’eleminazione della carne dalla vostra dieta e pensate anche all’eliminazione di ogni prodotto che derivi dallo sfruttamento di un animale, pensate al veganismo!

 

Molti di voi in questi giorni mossi da compassionevole bontà umana vedranno agnellini in giro per tutta l’italia e andranno dal pastore a chiedere che fine faranno, se verranno venduti o se verranno tenuti per incrementare il gregge, la maggior parte delle volte la risposta vi farà capire che quel bellissimo animale verrà assassinato entro pochi giorni e quella e in una paranoia di coscienza sarete portati al pensare se acquistarlo voi, prima che qualcuno lo acquisti per macellarlo, e conseguentemente tenerlo a casa con voi o trovargli un adozione sicura. L’intento è buono, ma il risultato no. Alimenterete comunque il mercato degli assassini e quell’agnello che avete salvato ne porterà immediatamente un altro ad essere macellato e porterà, a lungo termine, ad un incremento nella produzione di agnellini da parte del pastore che ve l’ha venduto. Comperare un animale, significa accettare che quell’animale è un oggetto e vi garantiamo che oggetti non sono. Gli animali vanno salvati, liberati, ma mai comperati.

(Paolo)

 

 

 

 

NON COMPRARE GLI ANIMALI : comprare animali (che essi siano i classici animali denominati tristemente “da affezione”: cani, gatti, ecc a differenza dei cosiddetti animali “da reddito”: mucche, polli, maiali, pecore, capre ecc ecc..) li pone in un sistema di sfruttamento determinato che con i tuoi soldi alimenti. Come non compreresti un cane o un gatto in un tristissimo negozio di animali nella stessa maniera e per la stessa logica ti invito a non comprare animali ( da reddito) a pasqua o in altri giorni dell’anno per salvarli dal macello. Cosi’ facendo ne salvi uno ma fortifichi il sistema per cui il contadino li alleva! Non dico non SALVARLI ! ti sto dicendo NON COMPRARLi !

(miriam)

capiamo benissimo che ogni vita ha un valore inestimabile ed unico, e che bisogna valutare caso per caso, e che è difficile non scegliere di comprare una creatura che puoi salvare solo così, ma mettersi davnti ai mecelli a comprare agnelli a Pasqua od andare direttamente dagli allevatori a comprarli, non è uno strumento di lotta adeguato. I rifugi sono subissati da richieste nel periodo di Pasqua per agnelli comprati, mentre ogni giorno bisogna lottare per salvare gli animali che escono dauesta logica e per fermare questo mercimonio di vite. Aiutateci piuttosto a salvare le 150 pecore di Arezzo, che nessuno vende ma e che non saranno sostituite da altre schiave. Vi prego, ricordatevi che per gli animali da macello ogni giorno è Pasqua e che i rifugi sono al collasso. Prima di comprare un animale pensate bene a quello che fate, se non esiste un’altra via e dove lo metterete.

( egon )

 

Attualmente all’ippoasi sono rifugiati 5 ovini, tutti maschi. Di questi, solo Peter ( nella foto) è stato adottato a distanza, dalla stessa persona che lo ha salvato. Gli altri, il piccolo Lorenzo, i maestosi montoni Mau, Guille e Ste, aspettano ancora qualcuno che gli aiuti. Se non puoi dare la casa ad un agnello, adotta a distanza le pecore salvate dai rifugi. Il prezzo dell’adozione per una pecora va dai 25 euro ai 50 euro al mese. Tutte le info per le adozioni a distanza e per sapere quali sono gli animali che ancora la cercano sono sul sito del’Ippoasi www.ippoasi.org. Grazie!

 

 

questo è Peter, il montoncino arrivato all’Ippoasi l’estate scorsa.

E questo è Lorenzo, salvato ( non comprato) dalla pasqua…

 

 

Posted in animali, antispecismo, riflessioni, veganismo.



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